FAQ GreenGlass®

Hai dubbi e domande sul nostro prodotto? Lo scopo di questa pagina è fare chiarezza sulle caratteristiche fondamentali dei trattamenti della superficie del vetro, in particolare di quello idrofobico.
A: Quanto è idrofobica la superficie e perché è importante saperlo?
Conoscere quanto un trattamento riesce a rendere idrofobica una superficie è molto importante. Perché? Semplicemente perché più la superficie diventa idrofoba, più facile sarà la sua pulizia. Funziona come una padella in Teflon®, e è evidente la differenza nella pulizia di una padella rivestita in Teflon® rispetto a una non Teflon®.
B: Come si misura l'idrorepellenza o "idrofobicità"?

Il parametro che definisce quanto è idrorepellente una superficie dopo essere stata trattata con a il rivestimento idrofobo è chiamato “angolo di contatto”, detto anche “angolo di bagnatura”. È l’angolo formato dalla superficie del materiale e dalla tangente dell’interfaccia tra il fluido (es: acqua) e l’ambiente, nel punto di contatto (ad esempio la superficie del vetro).
VEDI L’IMMAGINE QUI SOTTO (tipico angolo di contatto su una superficie di vetro non trattata).

C: Il cosiddetto "angolo di contatto" definisce la qualità e la durata del rivestimento?

È la domanda più rilevante che ci si può porre su qualsiasi rivestimento idrofobo facile da pulire e forse il dato che viene nascosto più spesso dalla maggior parte dei fornitori di rivestimenti. Questa informazione, infatti, rivela davvero la verità sulla qualità del prodotto. La maggior parte dei fornitori di trattamenti elude in genere questo problema critico con dichiarazioni fuorvianti.

Quello che è importante sapere non è la misurazione iniziale dell’angolo di contatto dopo il trattamento del vetro, ma piuttosto come si comporterà nel tempo con la normale lacerazione e usura, una volta che la superficie è esposta ai diversi ambienti. La maggior parte dei rivestimenti idrofobici di facile pulizia ha un angolo di contatto iniziale compreso tra 80 e 120 gradi. Quelli di fascia bassa, specialmente sotto i 95 gradi, non sono interessati a rivelare la misura, quindi minimizzano o ignorano completamente qualsiasi valore. Potresti sentire un fornitore che definisce questo problema “la guerra delle bolle”, tendendo a sminuire il dato.

Non è così, e l’importante è saperlo, per prendere la giusta e corretta decisione quando si sceglie un rivestimento. L’aspetto fondamentale da conoscere è come la misurazione dell’angolo di contatto varia nel tempo. Se la superficie rivestita rimane ad un angolo di contatto relativamente elevato DOPO un periodo significativo di tempo (1,2, 3 e più anni), allora è possibile VERAMENTE VALUTARE la qualità del rivestimento. In questo caso, infatti, non c’è la necessità di riapplicare il prodotto spesso (dopo pochi mesi), come nel caso della maggior parte degli altri rivestimenti ché non hanno un legame permanente. Un’analogia con il mondo dei PC può rendere tutto più chiaro: non avere alcuna informazione sull’angolo di contatto, da una prospettiva puramente scientifica o empirica, è come non sapere quanto spazio sul disco rigido o memoria ha il computer.

Questa è semplicemente una questione di accuratezza e divulgazione di fatti scientifici che influiscono sulla vita quotidiana, garantendo prestazioni migliori. Così come piace avere il miglior detergente per la casa, o la migliore vernice per le pareti del soggiorno, si dovrebbe conoscere anche la differenza tra rivestimenti idrofobici mediocri, buoni ed eccellenti, per migliorare le superfici in vetro e mantenerle più pulite con meno manutenzione.

D: Perché la maggior parte dei rivestimenti NON pubblicizza o rende pubbliche le misurazioni degli angoli di contatto?

Il motivo è semplice: non avere alcun svantaggio nella propria strategia di vendita e marketing. Qualsiasi azienda che non è disposta a rivelare tale elemento chiave manca di credibilità e si dovrebbe legittimamente mettere in discussione la qualità del rivestimento che offre.

È altrettanto rilevante sottolineare che siamo forse l’unico fornitore al mondo che non solo rende pubbliche le misurazioni degli angoli di contatto, ma sfida anche QUALSIASI ALTRO RIVESTIMENTO ad eseguire test di durabilità, fianco a fianco, con lo stesso identico protocollo di collaudo di qualsiasi rispettabile laboratorio indipendente. In questo modo si può confrontare la qualità generale (comprese chiarezza ottica, idrorepellenza, resistenza all’abrasione) e dimostrare inequivocabilmente le prestazioni complessive, in modo imparziale.

E: Qual è la differenza tra il cosiddetto vetro “autopulente” e qualsiasi altro vetro facile da pulire o idrofobo?

Il vetro autopulente è costituito da un rivestimento idrofilo con proprietà fotocatalitiche fuse nel vetro ad alte temperature durante il processo di fabbricazione. Questo tipo di rivestimento in genere reagisce con la luce ultravioletta del sole e l’acqua (pioggia o spruzzi d’acqua indotti). Pertanto, questi due elementi (luce solare e acqua) devono essere presenti affinché il rivestimento sia efficace, creando un’azione di rivestimento in modo che l’acqua possa facilmente sciacquare via lo sporco. A causa delle sue caratteristiche integrali, ci sono molte limitazioni a questo concetto di “autopulizia”: il vetro deve ricevere sia la luce del sole che l’acqua, non è applicabile a tutti i tipi di vetro, non può essere applicato sul campo ma piuttosto solo a livello di produzione (rendendo la riparazione o la sostituzione molto più costosa), in genere è molto più costosa dei rivestimenti idrofobici. Al contrario, il rivestimento idrofobo di non richiede “attivazione” poiché reagisce chimicamente durante il trattamento, in meno di 2 secondi, e si lega immediatamente alla superficie.

Sebbene molte teorie definiscano vetro “autopulente” i rivestimenti con angoli di contatto superiori a 105º, dove l’azione meccanica richiesta è virtuale e non si verifica alcun accumulo di contaminanti, crediamo fermamente che questa sia un’idea sbagliata di auto-pulizia, contraria alla realtà e alle aspettative di un utente finale. Per essere veramente definito autopulente, infatti, qualsiasi vetro dovrebbe avere un angolo di contatto di 180 gradi, per creare un “effetto rotolante” (come mostrato nell’immagine di seguito), in modo che non sia necessario alcun intervento per eliminare l’acqua, lasciando la superficie completamente asciutta. Questo concetto ultraidrofobico è praticamente l’unico modo in cui si può legittimamente affermare che il vetro è veramente autopulente. Qualsiasi altra soluzione è fuorviante e quindi priva di credibilità.

Sfera “Effetto rotolante” di una superficie ultra-idrofoba (oltre 145 gradi di angolo di contatto)

F: È importante che un rivestimento sia classificato come "nano"? Si tratta di una caratteristica che influisce sulla qualità del prodotto?

Le tecnologie su scala nanometrica riguardano lo sviluppo e l’uso di dispositivi che hanno una dimensione di pochi nanometri. Il prefisso nano significa dieci alla meno nona potenza (10 ‾‾ ⁹), o un miliardesimo di metro. Tuttavia, ciò che è rilevante non è lo spessore del rivestimento stesso (1-100 nanometri o qualche altra misurazione “micro”), ma piuttosto, che cos’è effettivamente il rivestimento. Che cosa fa? Con quale processo funziona? Quale valore aggiunto complessivo fornisce? Il solo fatto di essere misurabile a livello di nanoscala non è una garanzia di qualità. Nel caso del nostro rivestimento, il trattamento chimico stesso fornisce una nano-pellicola otticamente trasparente, ramificata e reticolata; un legame permanente integrato nel vetro stesso, che cambia letteralmente la composizione molecolare della superficie. Questo è davvero un processo unico, differente qualsiasi altro rivestimento.

La chiave è la durata, il modo in cui il rivestimento resisterà nel tempo e come si comporterà con il passare del tempo, sottoposto alla normale usura.

Più specificamente, questa nanotecnologia, brevettata in tutto il mondo e con il marchio commerciale DFI®, utilizza un processo chimico in due fasi. La reazione chimica creata nella prima fase fa crescere il film di silicone ultra sottile “reticolato” e “ramificato” (nanofilm) da sotto la superficie. Il secondo stadio ‘ricopre’ l’intera catena di atomi. Questo aumenta l’idrofobicità e la durata, non lasciando (chimicamente parlando) di attacco per i contaminanti e creando una carica veramente repellente. E non è necessario alcun tempo di indurimento, poiché la reazione chimica stessa si verifica in meno di 2 secondi.

G: Tutti i rivestimenti facili da pulire sono ecologici?

A seconda della composizione chimica e del metodo di applicazione, alcuni rivestimenti possono essere più dannosi per l’ambiente di altri. Il nano-rivestimento si basa su un processo scientifico sicuro per l’ambiente. Il trattamento soddisfa i requisiti di US Green Building Council e contribuisce ad ottenere crediti LEED.
Abbiamo implementato, con la nostra estrema filosofia eco-compatibile, i più alti standard nella gestione dei nostri prodotti chimici, in modo che qualsiasi processo scientifico utilizzato sia sicuro per l’ambiente. Pertanto, abbiamo progettato un sistema di neutralizzazione ultra efficiente ma semplice, che rende le nostre sostanze chimiche e i loro sottoprodotti completamente sicuri e inerti. Ci impegniamo non solo a proteggere l’ambiente ma a preservarlo da qualsiasi contaminazione o inquinamento.

H: Quali altri vantaggi hanno i rivestimenti facili da pulire oltre all'effetto idrorepellente?

I normali rivestimenti facili da pulire offrono, come uniche caratteristiche, il loro essere idrorepellenti (idrofobo) e leggermente oleorepellenti (oleofobico). Il rivestimento nanotecnologico, al contrario, offre caratteristiche multifunzionali che includono: idrorepellenza e oleorepellenza, resistenza agli urti e ai graffi, protezione contro sporco, macchie e impronte digitali, stabilità UV, ulteriore isolamento elettrico, difesa dai depositi di calcio e sodio e maggiore brillantezza e lubrificazione.

Il nanocoating, come precedentemente descritto, lavora a livelli di nanoscala per cambiare la composizione molecolare di qualsiasi superficie a base di silice. DFI® fornisce un nano-film otticamente “reticolato”, “ramificato” e “limitato”, insieme a un legame covalente forte e duraturo.

Documento sulla risoluzione dei problemi

1: Cosa fare se dopo pochi mesi dall’installazione il proprietario segnala delle macchie sulla superficie, asserendo che non funziona?

La prima ipotesi è dovuta, in genere, alla mancata ottemperanza delle istruzioni di manutenzione di base.
Quando si verificano queste problematiche, è possibile utilizzare la polvere per restauro e un panno morbido o un batuffolo per rimuovere eventuali macchie. Si applica una piccola quantità di polvere di restauro sul panno, si aggiunge un po’ d’acqua e, USANDO UN TOCCO LIEVE, si strofina sulle aree appiccicose o macchiate per pulirle.
Qualora l’intervento non sia risolutivo e le macchie non vadano via, occorre usare lo speciale tampone scrubber bianco e la polvere per restauro.
Dopo aver rimosso le macchie e assicurato una buona asciugatura, bisognerà applicare un prodotto denominato Revitalizer sull’area stessa, seguendo le istruzioni. Ciò riporterà la repellenza all’acqua e all’olio a prestazioni “come nuove”.
Avvertenza: l’uso di troppa pressione con la polvere per restauro può danneggiare il rivestimento. Quindi prestare estrema attenzione!

2. È riparabile il danno alla superficie, trattata, se, durante il trasporto, è stata graffiata?

Nella maggior parte dei casi, un professionista può riparare il danno e il prodotto può essere riapplicato in quella zona.

3. Nell’ eventualità che venisse spedita un vetro senza il trattamento, cosa si può fare?

I rivestimenti possono essere applicati in fabbrica, in loco o anche dopo l’installazione di tali superfici. I licenziatari di questo prodotto nanotecnologico trattano ogni giorno migliaia di metri quadrati di superfici già installate, pertanto, ti suggeriamo di chiedere a un tecnico dell’assistenza di trattare la superifcie sul campo.

4. Come mai, sotto una certa luce, si presenta sulla superficie una sorta di alone o macchia?

Il motivo può essere provocato dall’ uso di prodotti chimici, si necessita così di un’ulteriore pulizia finale. È preferibile iniziare a lavorare su un’area di dimensioni confortevoli, ca. 4 piedi quadrati alla volta. Per pulire eventuali residui chimici, si consigliano acqua saponata delicata e un tergipavimento, ma funziona anche la lucidatura con un asciugamano in microfibra pulito. In questa fase, può essere utilizzato anche l’alcool isopropilico, se necessario.

5. Qual è la differenza tra manutenzione ridotta e nessuna manutenzione?

Il prodotto RIDUCE i tempi di pulizia ma non li elimina del tutto. È simile a una padella antiaderente, così come quest’ultima ha bisogno di pulizia quando viene utilizzata, così anche la superficie protetta ha bisogno di una facile pulizia occasionale. Non esiste un rivestimento “senza manutenzione”, ogni rivestimento protettivo necessita di un certo livello di manutenzione.

6. Quali prodotti per la pulizia sono raccomandati per i rivestimenti protettivi?

Si consiglia di utilizzare solo acqua fredda pulita e un batuffolo di nylon, ogni due o quattro settimane. Basta bagnare la superficie e pulirla con il batuffolo. È il modo migliore ed è il più ecologico!
Se desideri davvero acquistare un prodotto per la pulizia, oltre ai nostri prodotti per la manutenzione raccomandati (polvere per il salvataggio e il ripristino del vetro) possono essere utilizzati i seguenti detergenti:

  • Sprayway®
  • Simple Green®
  • Aceto diluito con acqua (1: 3)
  • Windex® senza ammoniaca
7.Può verificarsi che il silicone non aderisca al vetro dopo aver applicato il prodotto?

La prima cosa da notare è che il silicone applicato su una superficie trattata ha un aspetto diverso rispetto a quando viene applicato su una superficie non trattata. Test di laboratorio indipendenti mostrano che quando il silicone indurisce su una superficie trattata con quel legame può effettivamente contenere fino al 33% in più di peso rispetto a quando il silicone si lega a una superficie non trattata. La preparazione superficiale più semplice consiste nel pulire accuratamente l’area in questione con alcool isopropilico (questo rimuove eventuali residui di olio dalla superficie). Quindi potrebbe essere necessario utilizzare il dito per premere il tallone di silicone sul vetro. In alternativa, si può anche sgrossare il rivestimento in quella zona con lana d’acciaio

8. E’ possibile trovare della sostanza gelatinosa sul fondo del flacone chimico?
Quando viene introdotta dell’umidità significativa, può verificarsi la presenza di piccole quantità di polimerizzazione di rivestimenti liquidi che provocano la formazione di un precipitato, simile alla gelatina, sul fondo del flacone. Tuttavia le prestazioni del rivestimento non dovrebbero essere influenzate. Per evitare ciò, non aggiungere acqua al prodotto oppure rimuovere frequentemente gli spruzzatori in ambienti con elevata umidità. Ulteriore consiglio è l’assicurarsi inoltre di chiudere le valvole superiori dello spray quando non vengono utilizzate.
9. Devo isolare il vetro dove sono presenti cerniere a compressione?
In assenza di fissaggio meccanico (ad esempio quando vengono utilizzate cerniere in stile patch) è necessario isolare l’area o posizionare una maschera durante l’applicazione della guarnizione.